Quando il mangiare sano diventa un ossessione


Si chiama ortoressia ed è una patologia dei nostri tempi, un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dalla preoccupazione eccessiva per il "mangiare sano" che diventa una vera e propria ossessione. 
La persona colpita da ortoressia ricerca in modo estremo, e per tanto irraggiungibile, un corpo in salute: l'obiettivo infatti sembra esser quello di seguire un'alimentazione che porti quasi a “purificarsi” e a raggiungere un benessere perenne e costante.

L'aspetto sociale  
L'ortoressia è un male dei nostri tempi in quanto oggi viviamo in un mondo che ha “medicalizzato” ogni lato dell'aspetto umano e che ha ridotto il cibo a puri elementi scomposti, proteine, grassi, carboidrati, dimenticandosi della carica emotiva che il cibo porta con sé: la tavola è il luogo in cui le emozioni convogliano: struttura rapporti, consolida amicizie, crea società; insieme al cibo infatti mangiamo l'atmosfera che ci sta intorno, mangiamo emozioni.

L'ossessione del controllo: dal cibo alle emozioni 
Ridotto il cibo esclusivamente alle sue qualità e ai suoi valori nutrizionali esso diventa un pretesto con cui poter esercitare il bisogno di controllo: controllare all'estremo la qualità del cibo fa illudere la persona di poter controllare il carattere fragile ed insicuro dell'esistenza, che l'ortoressica non accetta. L'ortoressica infatti crede che tanto più riuscirà a controllare la qualità del cibo tanto più potrà raggiungere un benessere perenne e senza tentennamenti, ma più si costringe il corpo da essere perennemente in forma più esso sarà sottoposto a stress, e da qui prende il via un pericoloso circolo vizioso. Ecco perché spesso si sente superiore agli altri: solo essa infatti, controllando la qualità del cibo, si sente in grado di controllare anche le proprie emozioni e le proprie paure.

Che fare?  
Purtroppo l'ortoressia è ancora poco conosciuta e la stessa persona che ne soffre molto spesso non riesce a riconoscerlo come un problema. Nei casi più lievi è comunque importante aiutare la persona a ristabilire un rapporto giusto con il cibo, evidenziando il fatto che è la nutrizione presa nel suo insieme che può essere dannosa o benefica e non il singolo alimento ingerito. Nei casi più avanzati è consigliabile rivolgersi allo psicologo, che aiuterà l'ortoressica ad affrontare l'ossessione e ad esercitare sempre meno controllo sul cibo e ad un nutrizionista. 

Può essere utile anche restituire al cibo la sua originaria funzione di evocatore di immagini e ricordi, prestando più attenzione al contesto, scegliendo persone giuste con cui condividerlo: Muriel Barbery, in “Estasi culinarie”, racconta di un gastronomo di fama mondiale che sul letto di morte cerca di ricordare quale è stato per lui il sapore assoluto, il sapore perfetto e sublime e lo troverà in un sapore dell'infanzia, nei bignè che comprava uscendo da scuola, quasi a ricordarci che il cibo non è solo qualità, ma è tutta quell'atmosfera che con esso, inevitabilmente, viene assaporata e da cui l'ortoressica sembra fuggire. S.C.