Sul Tradimento



Psiche maschile e Psiche femminile 
Sotto al nostro Io, a ciò che ostinatamente crediamo di essere, alberga qualcosa che ci condiziona e che ci guida a nostra insaputa.
Questo qualcosa, ci dice Schopenhauer anticipando Freud, è la Natura, la quale, indifferente ai progetti e ai buoni propositi dell'Io, tende solo a soddisfare le esigenze della specie. Ciò determina una differenza tra maschi e femmine iscritta già nel corpo: quello femminile, a differenza del corpo maschile, è caratterizzato biologicamente dalla maternità, a prescindere poi se si avranno o meno dei figli. Ecco perchè la psiche femminile è generalmente “relazionale”, in quanto la “dualità” è già iscritta nel suo corpo in grado di generare, e questo implica anche quella capacità di “tenere assieme” le emozioni che l'uomo invece, per sua natura, disgiunge. Diversamente infatti la psiche maschile è tendenzialmente “individuale” ovvero priva di quella natura relazionale tipica della donna e quindi più predisposta a separare e tenere a distanza le emozioni che la donna invece con-tiene.

Tradimento nell'uomo e tradimento nella donna 
Da queste differenziazioni emergono due diverse concezioni del tradimento: l'uomo, paradossalmente, nel tradire, mette in atto la propria “natura” in quanto garantisce il perpetuarsi della specie, a differenza della donna che invece, tradendo, metterebbe a repentaglio quella “relazione” e quel “nido sicuro” in cui poter crescere i propri figli. Infatti, tendenzialmente, la donna tradisce sempre in “relazione” al partner (per punirlo, per ripicca, perché è finito l'amore, etc..) l'uomo invece tradisce indipendentemente dalla sua compagna, in quanto spontaneamente predisposto a separare le emozioni, cosa non così scontata nella donna.

I motivi del tradimento 
L'uomo quindi non mente quando, colto in flagrante, confessa alla sua partner “ufficiale” di amarla comunque, indipendentemente dal tradimento, e non mente neanche quando dichiara che "non voleva" e "non sa perchè l'ha fatto" seppur tali spiegazioni altro non fanno che aumentare l'ira femminile allontanando qualsiasi possibilità di dialogo e di comprensione. Infatti il tradimento viene sempre e solo relegato all'Io, ignorando quella “volontà irrazionale” sottostante: ben che vada si cercano di capire i motivi, e magari si trovano anche nelle difficoltà che ogni coppia attraversa, dimenticando che quelli non sono i motivi veri, ma solo i motivi che l'Io, soggiogato dall'irrazionalità emotiva, mette a disposizione in quel momento.

Fedeltà: il mito dell'Io forte
Dunque il tradimento ruota tutto intorno a qualcosa che non dipende da noi, dal nostro Io, ma dalla natura, cosa assai difficile da digerire in una cultura, come la nostra, centrata sull'Ego e sulla razionalità. Applaudiamo un Io forte, resistente agli impulsi, senza considerare che più l'Io si fa forte più la natura sotto di esso gli fa sberleffo, in quanto la natura rinnegata si mostra sotto forma di disagio: allora, sì all'ansia, sì al malessere, pur di mantenere forte quell'Io che chiede solo di fare spazio a ciò che di incontrollabile alberga nel suo intimo.
E la fedeltà è un modo per mostrare la “forza” del nostro Io, che resiste alle tentazioni, che è più forte della natura che lo abita, come se l'Io fosse davvero libero di scegliere dimenticando che in realtà l'Io può scegliere solo all'interno di quelle possibilità che la natura gli ha messo a disposizione. E così un Io che tradisce, in una cultura che ha tolto ogni possibilità di mostrare fragilità, diventa un Io “debole”, senza considerare che anche “debole” e “forte” sono termini creati sempre e solo da quell'Io da cui la natura fugge.

La possibilità di tradire
E' bene anche considerare come il non tradire, lungi dall'essere una dimostrazione d'amore, rivela spesso solo dipendenza psicologica dal partner: infatti se inconsciamente ci si ritiene poco attraenti si tende ad essere fedeli non come conseguenza di una scelta, come sarebbe opportuno fare, ma in quanto si pensa di non avere alcuna possibilità di tradire e allora non resta altro che attaccarci al partner visto come l'unico in grado di amarci.
Ciò non significa che si debba tradire, ma che bisogna avere sempre presente la possibilità di tradire e di essere traditi: se infatti non si ha la possibilità di tradire non si ha neanche la possibilità di dire no, e quindi di scegliere il proprio rapporto quotidianamente.
Questa vuole essere solo un occasione per far luce sul fatto che l'Io “non è padrone in casa propria” come disse Freud, che non è l'Io a condurre il gioco, come non è stato l'Io a far nascere un amore, perché solo essendo aperti alla possibilità di tradire è possibile non cedervi. Chi invece è sicuro della propria fedeltà, vedrà in ogni angolo di strada e in ogni tenue sorriso un motivo di provocazione pronto a far vacillare quell'Identità costruita escludendo tutte quelle emozioni irrazionali che, soprattutto di notte, si risvegliano chiamandoci per nome...S.C.